L’8 marzo di un anno fa scattava il primo lockdown da Coronavirus, e il paese incredulo guardava alla Lombardia zona rossa con terrore senza immaginare che di lì a poco, tutta l’Italia si sarebbe fermata per due lunghi mesi. Oggi lo scenario non si è evoluto come forse speravamo, e la fine dell’emergenza sembra una prospettiva ancora piuttosto lontana.
L’8 marzo di un anno fa, il mondo è cambiato. Alcune questioni che ritenevamo scarsamente rilevanti sono diventate di primaria importanza, altre sono passate in secondo piano. Un esempio su tutte? La questione ambientale. Le lotte “green” stavano già attraversando una fase di grande rinascita, con Greta Thunberg alla guida dei Fridays For Future – ma il Covid ha dimostrato una volta per tutte che il dato ambientale è decisivo e rilevante per il destino di ciascuno di noi. Questa evidenza biologica (siamo tutti parte di un ecosistema) è diventata un’evidenza politica: se un animale si ammala, ci ammaliamo tutti. Se il pianeta si ammala, ci ammaliamo tutti – e il mondo si ferma. Abbiamo scoperto che i mercati possono fermarsi anche se noi restiamo in vita, e che ci sono cose più importanti del profitto e del dato finanziario: il coronavirus ha aperto degli spazi di ragionamento e riflessione sul futuro.
Come si connettono tutti questi aspetti alla giornata internazionale delle donne? Nel corso dell’ultimo anno, anche la vita delle donne è cambiata. In peggio. Con i bambini a casa da scuola, molte di loro hanno faticato immensamente nella gestione dei figli e del lavoro a distanza; quelle che subivano violenza dentro le mura domestiche, si sono trovate in una situazione di confinamento e isolamento ancor più grave, con il conseguente aumento di suicidi e omicidi in tutto il Paese. Negli 87 giorni di lockdown tra il 9 marzo e il 3 giugno 2020 sono state uccise 44 donne. Nei 279 giorni di apertura i femminicidi sono stati 60: circa uno ogni sei giorni.
L’8 marzo è quindi un’occasione di riflessione dovuta, se non altro come forma di rispetto nei confronti di tutte le donne che ogni giorno sono vittime di ingiustizie e soprusi; ma anche per rispondere ad un problema che non è soltanto personale, non è soltanto sociale, è politico.
Il Coronavirus ha cambiato la nostra narrazione del mondo: la fragilità è il nuovo valore assoluto in questo scenario post-pandemico, un universo in cui impariamo ad essere anche vittime – e non soltanto carnefici. Un anno fa era primavera, e guardavamo i fiori nascere sui balconi delle case come una specie di miracolo, come se non avessimo trascorso gli ultimi cento anni della nostra storia collettiva a radere al suolo le foreste, incendiare l’incendiabile, mettere a ferro e fuoco mezzo pianeta.
Questa consapevolezza che esiste un mondo fuori di noi, di cui siamo parte responsabile, è la riflessione che speriamo di alimentare nel giorno dedicato alle donne. Perché non tutte le cose sono oggettivabili, non tutto può essere conquistato, depredato, reso “mio” o “tuo”. Non tutto è controllabile, monetizzabile, inquadrato in una categoria rassicurante. Non tutto è etichettabile, bianco o nero, addomesticato e addomesticabile, a norma di “legge”. Ci sono superpoteri che vanno oltre il potere: la fragilità è uno di questi. Insieme alla cura, alla coappartenenza. Al sentirsi intimamente parte di un ecosistema, in cui la ferita di uno è la ferita di tutti. La sensibilità ambientale e quella di genere sono la stessa cosa, perché partono da presupposti identici.
Ecco perché l’8 marzo, ad un anno dall’esplosione della pandemia, come AmbientalMente Lecco crediamo abbia senso parlare di donne e di ambiente: perché le crisi più profonde sono destinate a portare grandi cambiamenti, e ci auguriamo che l’ecologia possa essere la bandiera del nuovo mondo, sotto cui riunire tutte le lotte. Quelle per le donne, per la comunità LGBTQ, per le immigrate, per le lavoratrici, per le casalinghe, per le mamme, per le nonne, per le donne con disabilità, per le atlete, per le piante, le montagne, gli alberi, gli animali. Per tutto ciò che convive con noi nello stesso ecosistema. E di cui dobbiamo rispondere.
Che oggi sia una giornata di festa e riflessione.
AmbientalMente Lecco
(con il prezioso contributo di Sofia Bolognini)